Cambio di strategia totale
Ho tentato in ogni modo negli anni di ottenere quel che reputavo e reputo tuttora fondamentale: una crescita di livello da parte dei pazienti verso un ruolo attivo e consapevole ma...
Ho cercato da sempre di offrire un modo diverso di fare Medicina, cercando di stimolare in ogni modo la crescita di livello generale dei pazienti per renderli co-piloti del percorso da fare insieme, e non solo soggetti passivi che obbediscono a prescrizioni, senza capire nulla.
Ma ora dopo tanti anni di tentativi, e preso atto che addirittura oggi le cose sono addirittura peggiorate e che, in generale e nella società attuale, non c’è nessuna reale voglia di empowerment, di partecipazione attiva e consapevole, insomma di ruolo attivo, ma si preferisce demandare tutto ad altri, e del crescente e preoccupante aumento, dopo la pandemia ma non solo, di fattori psicologici come ansia e ipocondria, nonché della generale sfiducia verso la Medicina, devo riconoscere il fallimento del mio grande obiettivo e obbligatoriamente cambiare qualcosa.
Devo quindi prendere atto che, con qualche nobile eccezione, il mio “metodo” di insegnare ai pazienti a diventare autonomi e capaci di fare scelte derivanti dall’apprendimento, e non solo di prescrivere terapia… non funziona e procura solo stress a tutti, a me e a loro.
Ieri come ultimo disperato tentativo si è svolto un incontro in videoconferenza con i miei pazienti per valutare strategie alternative, ma di fatto, non ce ne sono. La mancanza di partecipazione attiva e consapevole significa perdita di tantissimi vantaggi e rischio di continui errori nel rispetto della stessa terapia.
Pertanto se non posso ottenere di adattare i pazienti a un metodo che li vede coinvolti in prima persona sono costretto a scendere io al livello dei pazienti, se voglio continuare a fare il medico.
- Nessun obbligo, nessuna selezione, nessun requisito per fare consulenza e terapia (salvo ovviamente assenza di controindicazioni mediche), nessun test o verifica da parte mia per valutare quanto il paziente sa o non sa, niente spiegazioni fiume da parte mia per spiegare come si arriva a proporre quella terapia e a cosa serve.
- Solo istruzioni dirette e sintetiche, ferma restando la mia assoluta disponibilità a spiegare e rispondere a domande fatte da chi magari (rara eccezione) vuole davvero capire e sapere di più e non solo obbedire come paziente passivo a prescrizioni, senza dimenticare che esistono tantissime risorse in testo audio e video per farlo su https://idrope.info
- Stadiazione forzata della terapia, trasformando quel che si poteva anche fare in tempi brevi tutto insieme, con dei pazienti attivi e con voglia vera di leggere, studiare, capire, chiedere e assumere un ruolo attivo, in un percorso a tappe, dove ogni volta, se non si è ancora raggiunto l’obiettivo e il benessere sufficiente, si aggiunge solo una componente e si danno spiegazioni brevi e sintetiche solo per quella, senza dover imparare una terapia più complessa, e senza dover capire il razionale che porta a quella terapia.
- Impossibilità di personalizzare la terapia sulla base dei diversi disturbi da trattare o sulla loro gravità o altri parametri, per la mancanza di effettiva partecipazione attiva del paziente al processo decisionale
- Impossibilità di raccogliere dati e risultati sull’efficacia della terapia, già comunque poco attendibili quando si parla di sintomi soggettivi, in assenza di una reale capacità del paziente di conoscere e valutare gli obiettivi stessi della cura
- Impossibilità di portare avanti ricerca e sperimentazione e di continuare a modificare la terapia con nuove idee e proposte per renderla sempre più efficace, vista l’assenza di pazienti in grado di collaborare a progetti di ricerca, e la constatazione che abbiamo già evidenti problemi a far fare attentamente e senza errori cose semplici, figuriamoci cose sperimentali o innovative.
In conclusione, ora ci sarà una terapia a stadi uguale per tutti e integrata al bisogno progressivamente con ovvi tempi dilazionati, pur senza dimenticare che a molti basta già poco, resa più facile da seguire e capire per tutti, perché a ogni step si devono apprendere solo cose minime e qualche paginetta in più, senza future evoluzioni e accettando che, per fortuna, già si può ottenere tanto, ma che la mia attività di ricercatore sempre in cerca di miglioramento termina qua, per poter almeno continuare quella di medico con tutti.
E il percorso con me non avrà più alcun obbligo, test, verifica, insomma nessuna necessità per il paziente che non vuole o non può farlo, di capire.. ma solo di obbedire e rispettare quanto prescritto, se vuole farlo.
In pratica, niente più gioco di squadra tra medico e paziente, ma io torno a fare solo il medico che si occupa di orecchio interno, idrope e disturbi correlati, e smetto di fare l’educatore di pazienti, lo psicologo, lo psichiatra, il filosofo che insegna logica ed etica… tutte qualità che evidentemente non ho (a parte non averne il titolo) e per le quali mi ero assunto responsabilità e voglia di farlo solo per il mio grande amore per questo lavoro, nella speranza che il rapporto con me non solo curasse ma insegnasse anche a curarsi.
Ci saranno comunque ottimi risultati perché comunque la terapia funziona nella maggior parte dei casi, anche se probabilmente questo lascia perennemente il paziente in dipendenza dal medico, e senza nessuna capacità autonoma di valutare e decidere.
Ma finché io ci sarò, al peggio, si potrà ricontattare me e rifare terapia tutte le volte che si ha bisogno.
Fino a che ci sarò, ovviamente. Il dopo, del quale mi sono tanto preoccupato per anni, non è più problema mio, adesso.