Terapia a stadi e piramide della terapia
Rispetto a quanto proposto negli ultimi mesi ho deciso di anticipare la singola iniezione di cortisone già al secondo stadio riducendo i livelli di terapia da quattro a tre.
Tra le varie componenti della terapia, abbinate in modo diverso in diversi protocolli di terapia, nel corso del tempo, e anche per situazioni differenti, esiste una relazione di propedeuticità, da me definita piramide della terapia.
Questo comporta, che base della terapia sono il carico giornaliero di acqua (inevitabile per qualunque terapia per idrope), e i neurofarmaci (salvo particolari eccezioni, decise comunque da me e non dal paziente, o specifiche controindicazioni), per la loro azione fondamentale e diretta sull’ADH e quindi sull’idrope e per i vari benefici aggiuntivi che queste due componenti comportano.
Di solito anzi la terapia viene avviata solo con acqua e neurofarmaci, e a volte questo può perfino essere sufficiente, aggiungendo le ulteriori componenti (dieta, cortisone, fleboclisi) successivamente, e solo se necessario.
Il rifiuto immotivato di assumere neurofarmaci, solo per pregiudizio irrazionale, nonostante l’assoluta sicurezza garantita e la sostanziale assenza di effetti collaterali, in assenza di reali controindicazioni, comporta l’impossibilità di avviare la terapia.